Accusato dell'assassinio di Nele Carnazza e assolto dopo un sommario processo, Luca viene rilasciato. Dopo una fugace visita amorosa a Laura, la moglie del barone, il giovane si rifugia a Palermo, presso il segretario del principe di Castelnuovo. Recatosi all'interno di una chiesa, Luca scopre, su un'iscrizione tombale, che la baronessa di Carini fu uccisa non dal marito, come erroneamente si crede, ma dal padre, don Cesare Lanza. Nella chiesa fa irruzione Laura: gli comunica che il barone ha scoperto il suo rifugio e lo invita a nascondersi in una torre. A Carini, intanto, i Beati Paoli rapiscono don Mariano D'Agrò.

Il capo dei Beati Paoli offre a don Mariano la libertà, a patto che scagioni Luca Corbara dall'accusa di omicidio: il barone accetta e viene rilasciato. Laura informa quindi Luca che può tornare a Carini. Attorno all'amore tra Luca e la baronessa Laura sembra però crearsi unatmosfera fitta di mistero che sembra rievocare il passato narrato dalla ballata: si scopre infatti che Laura è una discendente della baronessa uccisa, la quale si chiamava anch'essa Laura e non Caterina, anch'essa protagonista di una segreta storia d'amore. Don Ippolito, temendo che la tragica vicenda possa ripetersi, invita ripetutamente Luca a troncare la relazione.

Don Mariano organizza per il mattino seguente una visita al castello di Carini, a cui partecipano lo stesso barone, la baronessa Laura, Luca Corbara e Cristina, la figlia del notaio. Durante l'escursione i quattro raggiungono il luogo in cui tre secoli prima fu assassinata la baronessa di Carini. Sorta una controversia tra il barone e Luca circa la dinamica dell'avvenimento, il nobiluomo illustra la propria tesi, costringendo la moglie a inscenare con lui l'antico assassinio. Impaurita dalla spada estratta dal marito, la giovane si tradisce invocando il nome di Luca, e gettandosi tra le sue braccia.