Mission: Impossible - Rogue Nation (2015)

Scritto da tmdb11092951 il 12 marzo, 2016

J.J. Abrams produce, scrive Christopher McQuarrie (Oscar per I soliti sospetti), che dirige anche, mentre Tom Cruise, al solito, è il supereroe di questo quinto compendio di supereroismi, dall'apnea prolungata alla corsa vertiginosa in moto senza casco, dal travestimento che non ti aspetti al disegno artistico a matita: non c'è nulla che Tom Cruise non sappia fare, tanto che, nonostante le minacce titaniche, sono tutti tranquilli (la CIA lo cerca con tutti i mezzi? "Non lo troveranno mai"). Non è baldanza né tantomeno ingenuità, è invece parte integrante di un discorso sopra le righe che permea il film di sana ironia. In questo senso, il teaser pre-titoli -con il nostro che entra in scena all'ultimo secondo sul jingle del franchise e si aggrappa a mani nude alla carrozzeria di un aereo in volo-, sequenza che poteva far presagire il peggio, si configura in realtà come lo zenit di questo tipo di ironia, piazzato in apertura per chiarire da subito le cose, e anche, per nostra fortuna, per poi procedere ad occuparsi d'altro. "Altro" è una parola grossa, perché sempre di correre e saltare si tratta, restando il più vaghi possibile sul fronte dell'intreccio. Basterà dire che il Sindacato è un'organizzazione terroristica che usa come braccia altre organizzazioni terroristiche, in tutto il mondo, per ritorcersi con immenso odio verso chi l'ha creata per altri scopi: credibile è credibile, e attuale quanto basta. Riguardo a salti e corse, invece, quelli van fatti con stile, perché sono la vera sostanza, e McQuarrie non delude: all'Opera di Vienna così come sui tornanti fuori Casablanca, combina sapientemente adrenalina e punti macchina, tempistiche da cardiopalmo e tacite promesse di romance. E se poi la love-story finisce continuamente rimandata, tanto meglio, funziona di più (cos'è la sequenza dell'inseguimento in moto se non un corteggiamento coi fiocchi?) Rebecca Ferguson, volto nuovo ma "bondgirl" nata, è generosamente eletta ad alter-ego femminile di Hunt, nei panni della britannica Ilsa Faust, e regge la responsabilità con meritevole aplomb, scendendo giusto dai tacchi all'occorrenza delle botte da orbi. Moderna Turandot, non ha più un pugnale per fermacapelli ma un rossetto Usb.