Il grande e potente Oz (2013)

Scritto da tmdb11092951 il 1 gennaio, 2016

È sicuramente un sentiero particolare anche quello che ha portato Sam Raimi dall'horror indipendente a casa Disney ma, in questo caso, una segnaletica c'è, ben chiara, e reca la scritta "cinefilia". Per il prequel del Mago di Oz, che narrativamente s'inserisce a suo modo nella fortunatissima corrente che sfrutta le backstories dei personaggi per dar loro nuova vita, Raimi è l'uomo giusto, perfetto per ibridare passato e presente, cinema di ieri e di domani, con un occhio di riguardo, questa volta, più al primo termine che al secondo. Se è facile riscontrare una familiarità con certo Tim Burton, anche per la presenza alle musiche di Danny Elfmann e, sulla scena, di una coppia Franco-Raimi che fa sempre più pensare al sodalizio Depp-Burton, è evidente che lo spirito guida del Grande e potente Oz è però il film di Fleming, capolavoro per caso ma capolavoro assoluto. Dal Kansas in bianco e nero dell'inizio alla sequenza finale, dall'occhio del ciclone ai balletti di stagnini e quadrangoli alla creazione di un gruppo - il Mago, Finley, la fanciulla di porcellana, Glinda - che rispecchia quello dell'avventura originale, è chiaro che il confronto è stato volontariamente ricercato e mai rimosso. Al punto da funzionare da freno, poiché si resta col dubbio che una maggior libertà non avrebbe guastato. Ma il regista è fedele al materiale di partenza anche e soprattutto dove non si vede: per esempio nell'uso degli effetti speciali, straordinari all'epoca e declinati in chiave più personale e orrorifica oggi che sono la norma; nel recupero del libro - la visita alla città di porcellana, ma anche gli occhiali dalle lenti verde smeraldo (che qui diventano un modo per ammiccare al pubblico, che ha indosso gli occhialini 3D); o nella fisionomia di Theodora dopo la trasformazione, che ricalca la Strega Malvagia dell'Ovest. Procedendo oltre su questo sentiero dorato e cinefilo, s'incontrano il Don Chisciotte di Orson Welles, l'elogio di Edison e del prassinoscopio, e, più in generale, una celebrazione esplicita e ripetuta (senza traccia di snobismo) della più grande delle illusioni, il Cinema, capace di fare di un piccolo uomo un grande e potente mago.