La furia dei titani (2012)

Scritto da tmdb11092951 il 10 novembre, 2014

Dopo i risultati non esaltanti di Scontro tra titani, ovvero incassi di poco superiori al budget e una cattiva ricezione sia dalla critica che da buona parte del pubblico, tornano i titani con la t minuscola (non si tratta delle figure mitologiche, sempre assenti in entrambi i film, ma dell'aggettivo che definisce i personaggi coinvolti), portati in sala da un team creativo completamente diverso. Un nuovo regista e nuovi sceneggiatori ma la stessa idea di realizzare un film dalla dimensione epica, che metta a confronto l'umano con il divino per esaltare il primo (e con esso l'idea hollywoodiana di eroismo solitario). Il risultato stavolta è però superiore, Furia dei titani è più solido del suo predecessore e, benchè non sia esattamente un capolavoro di scrittura per lo schermo, ha tutte le doti del buon intrattenitore. Merito sicuramente di una mano più decisa nell'operare quell'adattamento selvaggio che Hollywood, in maniera lieve o calcata, pratica da sempre sui miti greci. Senza nessuna volontà di rispettare le storie o le relazioni fondanti dei singoli personaggi, Liebesman e il suo team utilizzano Andromeda (già vista nel precedente ma qui interpretata da Rosamund Pike), Efeso, Poseidone, Zeus, Perseo e il Minotauro solo per le loro evidenze più superficiali, lasciando inalterato il carattere più notoriamente associato al nome e cambiando tutto quel che serve. In questo modo è possibile contaminare la trama con stimoli da altre mitologie (come quelle cristiane o buddiste) e applicare un linguaggio filmico preso da miti ancora diversi (le grandi panoramiche a volo d'uccello di Il signore degli anelli). L'obiettivo è il passaggio da una struttura tipica della Grecia antica, allo storytelling del mito statunitense, quello della seconda occasione, dei problemi di relazione paterni e dell'uno contro tutti. Furia dei titani è però girato con un furore d'azione che si sposa con una tecnica impeccabile. Sempre comprensibile anche nei momenti più confusi e godibile per il suo impatto immediato, ha il pregio di non eccedere in seriosità, di prendere in giro se stesso e soprattutto i sue due predecessori (oltre a quello di due anni fa, anche l'omonimo del 1981). Deludente invece la parte di 3D stereoscopico che, come per il film precedente, non ha nessuna virtù e non esalta lo sguardo nemmeno nelle grandi panoramiche dell'Ade o nei voli di Pegaso o ancora nelle labirintiche spedizioni attraverso il dedalo.