Quando la Caritas romana aprì la prima casa-famiglia per ammalati di AIDS sulla collina di Villa Glori, in mezzo al quartiere “borghese” dei Parioli, le polemiche, e perfino le aggressioni della destra, durarono a lungo, essendo ancora ignoti i connotati e le cause di quella che fu chiamata “la peste del 2000”. Ma quello che poteva diventare un ghetto terapeutico si trasformò in una esperienza pilota di grande spessore, nell'ambito della quale personale religioso e laico, sociologi e psicologi, trovarono la chiave della dolorosa convivenza con i giovani destinati a morte sicura loro affidati. Tra i vari personaggi, “pedinati” quotidianamente per quasi due mesi, spiccano don Luigi Di Liegro, ideatore e tenace difensore della casa-famiglia, e Giuseppe Attanasio, giovane architetto siracusano, che anni prima aveva esordito come attore.