Cinque professionisti cinquantenni: Perozzi (Noiret), Melandri (Moschin), Mascetti (Tognazzi), Necchi (Del Prete) e Sassaroli (Celi), sono amici inseparabili e burloni scatenati. Le loro avventure le chiamano zingarate e si svolgono nei pressi di Firenze. Il dottor Sassaroli ha conosciuto gli altri quattro quando questi, dopo un incidente, sono stati ricoverati nella sua clinica e da allora si è unito al gruppo. Nel loro mirino tutto e tutti (i passeggeri di un treno vengono schiaffeggiati), ma soprattutto il pensionato Righi, bersaglio dei loro lazzi perfino a un funerale. Affidato ad alcune maschere della commedia all'italiana il film è una galleria esilarante di scherzi (alcuni diventati proverbiali) e di battute. Concepito da Pietro Germi, venne però diretto da Monicelli a causa della prematura morte del collega e amico. Fu un grande successo di pubblico e vinse il David di Donatello nel 1975.
Il giovane Serafino Fiorin, giovane e scanzonato pastore, tornato dal servizio militare, congedato anzitempo per "insufficienza mentale", si trova erede di tutti i beni della zia Gesuina e comincia a beneficare i suoi amici con generosità dando l'impressione di voler dilapidare il patrimonio fra la costernazione di suo zio Agenore che riesce a farlo interdire. Questo avvenimento non turba Serafino, che, una sera, accetta di passare la notte nella camera della cugina Lidia, dove però lo aspetta lo zio Agenore, costringendolo ad accettare le nozze con la propria figlia. Giunto in chiesa per il matrimonio, Serafino fa spazientire il sacerdote e finisce per non sposare più Lidia. Gli amici lo convincono a sposare la strana prostitua Asmara, per creare insieme a lei un nuovo tipo di famiglia, adatto al suo spirito indipendente.
Il matrimonio di un impiegato finisce male per via della possessività della moglie. Divorzia e si risposa, senza successo.
Dalla pièce Teatro a domicilio di Aldo Selleri. La vita dei coniugi Franca (B. Romand) e Antonio (V. Mezzogiorno) è turbata dagli incubi notturni di lei. Per guarirla il marito ricorre a un espediente di taglio teatrale, affidandone l'esecuzione a una coppia di psichiatri-attori. Epilogo imprevedibile e funesto. È un giallo psicologico di confezione accurata, efficacemente claustrofobico, incline ai colpi di scena e servito da un efficiente quartetto di attori. 1° film di C. Lizzani dopo il quadriennio di direttore della Mostra di Venezia.
Luigi Vivarelli, un giovane regista cinico e donnaiolo, conosce, in occasione di una trasmissione televisiva, una studentessa, Carla Lotito, orfana di padre, che si è trasferita dalla Campania a Roma presso sua sorella Teresa, separata dal marito. Abituato alle facili avventure, Luigi si trova questa volta alle prese con una ragazza diversa dal solito: moderna, sportiva, cameratesca, Carla ha conservato un'immacolata purezza di sentimenti, crede nella bontà, nella fratellanza, nell'amore del prossimo. Prima di cedergli, vuole essere sicura dei sentimenti di Luigi e quando, durante una gita ad Amalfi, in cui l'ha presentato a sua madre, cade finalmente fra le braccia del suo ragazzo questo preferisce allontanarsi, deciso, pur volendole bene, a conservare la propria indipendenza.
Angela, per salvare il fratello accusato di omicidio, si dichiara colpevole e finisce in prigione. Inizia un calvario di violenza fisica e psichica che finirà in una fuga disperata.