Hercules - Il guerriero (2014)

Written by tmdb11092951 on April 3, 2015

È la prima volta che qualcuno al cinema affronta la mitologia greca per quello che è: mito, racconto, narrazione eroica prima ancora che manifestazione effettiva. Nel mondo di Hercules - Il guerriero il prodigio non è chiaro se esista o meno, gli dei, le creature mitiche, le maledizioni e anche gli interventi sovrannaturali stanno nei racconti ma non si vedono nella realtà, per crederci serve fede e forse una buona dose d'inganni. Centauri che si rivelano uomini a cavallo, Cerbero che si rivela essere tre lupi separati e via dicendo, ogni mito viene svelato per essere una costruzione basata su una realtà poco metafisica e molto concreta, sempre finalizzato a mettere paura, tenere buoni o esaltare le truppe. A partire dal fumetto omonimo di Steve Moore, questo ennesimo film su Ercole si caratterizza subito come unico nel suo genere, in bilico tra credibile e incredibile. A partire da un soggetto favoloso per complessità e ardore (una Grecia antica in cui gli dei forse non esistono o, se ci sono, non si manifestano mai, in cui la mitologia pare sempre una balla ben costruita a cui solo alcuni credono ma che fa comodo a tutti promuovere) e passando per una sceneggiatura penosa che annacqua con svolgimenti elementari, psicologie ridicole e dialoghi da decerebrati quella che poteva essere una grande storia, Brett Ratner mette assieme un film mitologico peculiare, che fa il suo dovere quando si tratta di dare un po' d'azione furiosa e ben diretta al suo pubblico, ma frustra regolarmente ogni possibilità di ulteriore approfondimento (e non sono poche quelle offerte dal soggetto) e minimizza qualsiasi spunto interessante. Così ciò che rimane sono solo assaggi di uno strato del racconto più complesso. Come in L'uomo che uccise Liberty Valance in questo Hercules sembra di intuire un rapporto conflittuale tra leggenda e storia, in cui la prima è sia un dono che un flagello (incredibili gli incubi di Hercules, vittima di ossessioni influenzate dalle leggende che egli stesso ha messo in giro e che teme essere vere), come in uno spaghetti western il protagonista è un reietto che vaga in preda al rimorso, dotato di motivazioni ossessive (la sua famiglia è stata trucidata, lui non ricorda da chi e ha buoni sospetti d'essere stato egli stesso), come in un thriller anni '90 ciò che viene immaginato è importante quanto ciò che accade realmente e infine come in un film d'autore europeo il silenzio divino non è mai spiegato né esplicitato, perché il punto non è scoprire la verità ma decidere di credere o meno. Perfetta la scelta di usare un corpo come quello di Dwayne Johnson, fisico al limite delle potenzialità umane per grandezza e potenza muscolare, reale nel suo titanismo ma anche verosimilmente semideistico, l'unico attore in grado di mantenere vivo nel pubblico il dubbio costante che questo personaggio sia un uomo normale dai muscoli esagerati o il figlio di un dio.