Babylon A.D. (2008)

Scritto da tmdb11092951 il 20 febbraio, 2014

Dalle seicento pagine del thriller futuristico "Babylon Babies" di Maurice Dantec, Mathieu Kassovitz estrae i novanta minuti di Babylon A.D., pellicola a base di ipercinetismo delle immagini e sintesi narrativa degli ultimi punti fermi del genere, dalla pioggia acida di Blade Runner allo spunto che già mosse I Figli degli Uomini di Cuaròn. La compressione, però, è massima e la qualità ne risente. Ottenuto con Gothika e il suo parterre di stelle (e strisce) il permesso di soggiorno presso i grandi studios e il nulla osta per capitanare un film high budget come B.A.D., il regista francese si è parallelamente aggiudicato una discreta dose di diffidenza da parte dello spettatore esigente, che lo ha visto dimenticare in fretta gli esordi promettenti a favore di pellicole di sicuro richiamo ma di esito incerto. Qui Kassovitz conferma l'attitudine spiccata per l'azione e il possesso di un cronometro personalizzato, che non solo rispetta ma crea tempi e scarti esatti. Dice la sua anche in termini di cast: Michelle Yeoh, Charlotte Rampling, Gérard Depardieu e Lambert Wilson sono le salde colonne al centro delle quali può azzardare l'inserimento di Vin Diesel, decisamente più efficace in lingua originale. Attori speciali, effetti speciali, una storia che ruota attorno a un essere speciale, geneticamente modificato per salvare o annientare quel che resta della nostra specie: grandi pretese e non poca confusione, per un'opera che non riscrive la storia e non entra in quella del cinema. Dopo un inizio folgorante, che ci ricorda l'abilità dell'autore nel descrivere con occhio antropologico i mondi ai margini, il film inciampa in ogni trappola della retorica e ben presto vende il cuore per un surplus di stucchi e pittura. Babylon A.D. è il Quinto Elemento di un cineasta che si è avviato sulla terza via inaugurata da Luc Besson, possibile ma più che mai rischiosa. Con una differenza: là Milla Jovovich piangeva sincera sul mondo, qui sgorgano lacrime artificiali.