Secretariat (2010)

Written by tmdb11092951 on May 5, 2014

"Puoi tu dare la forza al cavallo e vestire di fremiti il suo collo? Lo fai tu sbuffare come un fumaiolo? Il suo alto nitrito incute spavento. Scalpita nella valle giulivo e con impeto va incontro alle armi. Sprezza la paura, non teme, né retrocede davanti alla spada. Su di lui risuona la faretra, il luccicar della lancia e del dardo. Strepitando, fremendo, divora lo spazio e al suono della tromba più non si tiene". Con queste parole dal Libro di Giobbe si apre un film che, sulla carta, avrebbe potuto dar adito alle aspettative meno favorevoli. Perché i film sugli equini spesso vengono avviluppati in contenitori in cui la retorica la fa da padrona. O ci sono bambini (e bambine) che misurano la loro indipendenza con cavalli liberi e selvaggi oppure ci si trova di fronte a splendidi esemplari che debbono combattere contro sordide combine ordite ai loro danni. In questo caso invece la premessa biblica viene onorata e, si potrebbe dire, integrata da una vicenda in cui a risaltare è si il quadrupede ma anche un soggetto spesso negletto a favore di addestratori e fantini: la proprietaria. Perché Secretariat (lo scriviamo per chi frequenta l'ippica solo occasionalmente o per nulla) è stato il cavallo che nel 1973 compì l'impresa di vincere la Triple Crown statunitense conseguendo nell'ultima gara un distacco che resta tutt'oggi imbattuto. Il film di Randall Wallace ci mostra le sue imprese ma, soprattutto, ci racconta la lucida volontà di una donna capace di 'sacrificare' in parte gli affetti familiari (senza però mai metterli in discussione) in favore di un sogno che non guardava agli zeri del conto in banca ma alla possibilità (carica di rischi) di mettere a frutto delle potenzialità. Diane Lane è perfetta, con quei suoi completini borghesi mentre la figlia maggiore mette in scena spettacoli contro la guerra nel Vietnam, nel portare sullo schermo la determinazione (non priva di dubbi) di Penny. Lo fa con qualche punta di retorica che viene però ogni volta smorzata dalla levità della prestazione di un John Malkovich in stato di grazia negli abiti estrosi dell'addestratore di Secretariat.